La creazione di nuove tartufaie di Tuber Magnatum Pico, sino ad oggi si è basata sulla messa a dimora di giovani piantine micorizzate. Come testimoniano i più autorevoli esponenti del settore, con questa tecnica non sono stati ottenuti risultati significativi; la nostra esperienza diretta è assolutamente negativa, infatti, a partire da 15 anni fa, sono state messe a dimora circa 3000 piantine micorizzate acquistate da diversi vivai più o meni seri; il risultato è che nessuna piantina ha prodotto tartufi.
Alla luce di risultati così negativi ottenuti utilizzando piantine acquistate da vivai diciamo "poco seri", ci siamo organizzati e da qualche anno produciamo autonomamente piantine micorizzate partendo da talee e da semi di painte produttrici e da tartufi locali. Per la preparazione delle piantine vengono utilizzati sia il metodo di inoculazione sporale, sia quello per approssimazione radicale, operando in condizioni di semi-sterilità.
Non ci siamo limitati a produrci piantine in casa ma abbiamo fatto ricerche bibliografiche per vedere se ci fossero strade da seguire per ottenere incrementi produttivi di Tuber Magnatum e creazione di nuove tartufaie.
Ci è sembrato molto interessante il laovoro pubblicato da: Lo Bue, Gregori, Pasquini, Mangiarotto (1990) che prevede l'inoculazione di porzioni di radici di painte adulte, in pieno campo, per approssimazione radicale, mediante radichette portanti apici micorizati con Tuber Magnatum; questa tecnica è chiamata anche "innesto radicale".
Il lavoro originale è stato da noi modificato in alcuni passaggi e, riassunto molto brevemente, prevede l'identificazione della pianta adulta in pieno campo, la messa a nudo delle radici da inoculare, l'asportazione delle radichette laterali micorizzate da funghi "inquinanti", la sterilizzazione con agenti sterilizzanti opportuni e un accurato lavaggio con H2O sterile. A questo punto si procede all'inoculazione della porzione di radice trattata con la tecnica dell'approssimazione radicale utilizzando frammenti di piantine micorizzate con Tuber Magnatum da noi prodotte. La radice inoculata viene introdotta in un contenitore biodegradabile contenete una miscela, sterilizzata precedentemente, costituita da: terriccio di tartufaia, agriperlite ed un substrato colturale adatto ad una rapida proliferazione delle ife del nostro tartufo.
La funzione del contenitore biodegradabile, prima di decomporsi, è quella di proteggere la radice inoculata dall'aggressione di altri funghi micorizzogeni per il tempo necessario alle ife del nostro tartufo di colonizzare la radice della pianta adulta.
Secondo noi, uno dei vantaggi non trascurabile di questo metodo rispetto all'utilizzo di piantine micorizzate, per le quali i tempi previsti di un'eventuale entrata in produzione sono molto lunghi, è che la pianta adulta, una volta che si siano formati una significativa massa di apici micorizzai dovrebbe essere in grado di produrre in tempi molto più brevi.