La storia
di Lorenzo e Massimiliano Aravecchia
Dalle origini al 1975
L’Associazione Sportiva Romanoro nasce nel 1968, in seguito alla costruzione
di un campo sportivo ad opera del comune di Frassinoro nel nostro paese. L’anno
successivo compare per la prima volta nella lista dei partecipanti, e il debutto
si conclude con l’eliminazione al primo turno. In quel tempo dominano
la scena gli squadroni del Piandelagotti, del Farneta o del Montefiorino, e
il Romanoro, che per ragioni geografiche è unito a questi giganti fin
dal turno eliminatorio, ottiene un ben magro bottino; di contro, come accade
una volta ogni tanto che il Davide di turno con una fionda abbatta Golia, si
toglie qualche grossa soddisfazione (nel 1972 va a vincere a Piandelagotti per
1-2 al termine di una gara combattuta con grinta gladiatoria). La squadra si
forma progressivamente attorno a due forti giocatori locali come Giovanni Tazzioli
della Scandianese e Beppe Giubbarelli, ai quali si aggiungono Enrico Tazzioli
(i Tazzioli sono una famiglia fondamentale nelle vicende del calcio romanorese),
che da terzino diventa attaccante alle volte devastante e Adolfo Manini, dal
quale si ricorda soprattutto l’inesauribile grinta in campo.
Dal 1975 al 1980
Nel 1975 il Romanoro passa il turno eliminatorio per la prima volta nella sua storia, e nei quarti si arrende soltanto ai rigori al Frassinoro che avrebbe vinto quell’edizione. Tre anni più tardi partecipa al Torneo dell’appennino reggiano per dissensi con il C.S.I. , che aveva adottato in quegli anni regolamenti senza limiti per i forestieri (regolamenti che ovviamente andavano a penalizzare le squadre più piccole); in quell’edizione viene eliminato negli ottavi dal Castelnuovo ne’ monti. Il persistere da parte del Centro Sportivo in questa politica che se da un lato aumentava lo spettacolo, d’altro lato portava ad un inevitabile calo di pubblico e di iscrizioni, fa sì che il Romanoro nel biennio 1979-1980 dia vita, assieme ad altre sette società, al Torneo delle Frazioni. In quegli anni la squadra è in gran parte composta da locali ed è una delle migliori mai presentate in campo: attorno ai due poli iniziali si muove ancora Enrico Tazzioli, oltre agli innesti dei giovani Ercole Turrini e soprattutto Enzo Paolo Tazzioli, rimasto il più forte giocatore a cui Romanoro abbia mai dato i natali.
Gli anni ’80 e l’ultima partecipazione del 1993
Nel 1981 il Torneo della montagna (che nell’80 aveva toccato il minimo storico di 5 partecipanti, risultato negativo tuttora insuperato) ingloba il Torneo delle Frazioni. Sono quelli gli anni di massimo fulgore della competizione appenninica (nel 1982 alla finale sono presenti 2000 spettatori). In quegli anni il Romanoro raggiunge per tre volte la semifinale (miglior piazzamento mai raggiunto), levandosi lo sfizio di battere il Farneta del grande Walter Balestri. Nell’edizione del 1982 però esce inopinatamente al primo turno, pur schierando una squadra di tutto rispetto (dove spiccano i forestieri Belluzzi del Verona, Battilani del Padova, i fratelli Biagioni e Cavallini, questi ultimi ottimi giocatori a livello di serie C). Alcuni forti polemiche portano alla scissione nel 1983, durata solo per quell’edizione, quando il paese schiera ai nastri di partenza, oltre al Romanoro, anche la Romanorense; e proprio quest’ultima, guidata da Turrini e Giubbarelli, arriva fino ai quarti, dove esce ad opera del Sestola poi vincitore. Il biennio 1984-1985 vede la compagine del paese eliminata dal Fanano, con molti rimpianti; nel 1986 si tenta un’improbabile fusione col Fontanaluccia, che non sortisce i risultati sperati. Negli anni successivi il Romanoro esce al primo turno, fino al 1990, quando viene eliminato ai quarti dal Boccasuolo che poi alzerà il trofeo a torneo finito (è successo molto frequentemente alla squadra nel corso della sua storia di essere eliminata proprio dai vincitori). Il 1993 sancisce l’ultima partecipazione al Torneo: è la 25° volta che il Romanoro si presenta al via, e queste “nozze d’argento” con la manifestazione condite da una targa commemorativa del C.S.I. sono un bellissimo esempio di sportività e di amore per lo sport del calcio (in un quarto di secolo il risultato più lusinghiero è una misera semifinale). In questa ultima partecipazione la squadra esce ai quarti, eliminata da un Lama tecnicamente inferiore: ma il giocattolo si è rotto, e il paese non segue più con tanto slancio le prestazioni della squadra. Questo probabilmente a causa del crescente numero di forestieri presenti nell’undici titolare, costruito attorno all’intramontabile Enzo Paolo Tazzioli (che ancora oggi gioca). Appaiono ormai lontanissimi i tempi della semifinale contro il Farneta (700 paganti quel giorno a Romanoro!) o di un derby contro il dirimpettaio paese di Morsiano, che portò al campo di Gazzano ben 600 spettatori.
La rinascita: 1998-2003
Se in quella fine degli anni ’90 i seniores tacciono, altrettanto
non si può dire della squadra giovanile, che nel 1998 centra uno storico
trionfo nel Torneo della Montagna juniores, e arriva quasi a bissare il centro
l’anno successivo, il 1999, quando si arrende solo in finale alla Virtus
Pavullese. La spina dorsale di questa squadra è quella che pochi anni
dopo, cioè nel 2001, prova la grande sfida del Torneo della Montagna,
quello vero, quello dei giocatori dell’eccellenza e della promozione.
Il Romanoro finisce nel girone della corazzata Val Dragone (dalla quale perde
6-1 a Palagano), e paga l’inesperienza dei propri giocatori, racimolando
un solo punto nel girone eliminatorio in quel di Gazzano.
Nel 2003 la squadra, contando su una forte presenza di giocatori del paese,
ci riprova. Parte male, perdendo 0-2 in casa contro il Montefiorino (che poi
arriverà alle semifinali), pareggia a Frassinoro e in casa col Boccasuolo
grazie a due prodezze di Enzo Paolo Tazzioli, ma tutto sembra compromesso definitivamente
quando, durante un turno infrasettimanale in quel di Palagano, il Romanoro ne
prende tre dal Co.Mo., diretta concorrente al passaggio del turno. Il match
successivo infatti presenta l’ostico Pescarola, da tutti candidato alla
vittoria finale, sul campo amico. Incredibile ma vero, con ardore e fortuna,
aiutati dall’opaca prova dei pezzi da novanta avversari, il Romanoro costringe
il Pescarola al pareggio per 2-2, e solo a causa di uno sfortunato autogol di
un proprio difensore al 94°! La classifica finale lo vede un punto sotto
la zona utile per il passaggio del turno, in virtù anche di una vittoria
nell’ultima partita di qualificazione contro il Palagano.
L’inizio di un progetto: 2004
di Simone Borellini
Annata iniziata in largo anticipo per i dirigenti del Romanoro che cominciano
a lavorare al Torneo della Montagna addirittura a Febbraio. Questo per cercare
di formare una squadra che sia il più possibile competitiva, per ridare
lustro al nome del paese. Non a caso quest’anno i rinforzi non si fanno
attendere e come “non locali” vengo tesserati giocatori di categoria
e di assoluta esperienza: il difensore Davide Prandi, il centrocampista Giovanni
Brau e la punta Andrea Grossi (capocannoniere della squadra con 7 reti), oltre
al confermato difensore (era già presente nell’edizione 2003) Gian
Marco Malmusi. La squadra si presenta ai nastri di partenza completa ovviamente
dei “locali” che ormai formano da anni l’ossatura del Romanoro.
Il sorteggio dei gironi, come preannunciato, vede il Romanoro assegnato al gruppo
B dove sono presenti squadre prestigiose quali la corazzata Montefiorino, il
Frassinoro, il Piandelagotti e il Co.Mo
Val Dragone (un girone all’insegna dei derby!).
Il girone eliminatorio vede la nostra squadra finire terza dietro a Montefiorino
e Frassinoro (ma comunque promossa ai quarti di finale) con all’attivo
2 vittorie 1 pareggio e una sconfitta ad opera proprio della squadra che rappresenta
il nome del nostro comune: il Frassinoro.
Nei quarti di finale il Romanoro si imbatte in un’altra squadra indicata
da tutti come una delle candidate alla vittoria finale: il Lama 80. Dopo una
gara di andata disputata sul campo amico e pareggiata all’ultimo sul 2
a 2 con cuore e carattere, è a Lama che il Romanoro vede frantumarsi
i sogni di un eventuale passaggio del turno: 2 a 1 per un Lama sicuramente più
fortunato, ma non superiore al gioco di un Romanoro che ha commesso molti errori
su un campo flagellato dalla pioggia.
Con questo risultato il Romanoro esce comunque a testa alta dalla competizione
appenninica, con la voglia di riscatto che sicuramente non mancherà nel
Torneo 2005 dove si ripresenterà una formazione più esperta e
collaudata e con l’obiettivo di fare meglio di quella targata 2004.
Nel segno della continuità: 2005
di Simone Borellini
Un’annata che si apre sotto il segno dell’ottimismo
per il Romanoro e i suoi dirigenti, consapevoli di aver costruito una buona
squadra l’anno precedente e con l’auspicio e la speranza di migliorare
quanto di buono è stato fatto nell’estate precedente.
La formazione già competitiva del 2004 viene confermata in blocco: i
giocatori “non locali” sono quelli della passata stagione con la
sola eccezione del valido difensore Gian Marco Malmusi che viene sostituito
dall’altrettanto valido Alessandro Micich e con l’aggiunta dei due
fratelli Tazzioli (Gabriele e Sebastian) che vengono “ingaggiati”
grazie alla nuova regola del Torneo della Montagna, che dà il via libera
ai giocatori cosiddetti “figli di nati” in comuni della montagna.
Confermati i soliti “locali” che formano l’ossatura della
squadra da tanti anni.
Ai nastri di partenza del Torneo quest’anno si presentano 12 squadre,
che vengono suddivise in tre gironi da quattro con partite di andata e ritorno;
successivamente i quarti di finale e le due semifinali; conclude la finalissima
del 7 Agosto da disputarsi sul campo di Serramazzoni. Il Romanoro quest’anno
finisce nel girone B insieme a Lama 80, Palagano e Montefiorino.
Girone che all’apparenza si presenta facile ma che consentirà alla
nostra squadra di qualificarsi ai quarti solo come seconda con all’attivo
3 vittorie (tutte nel girone di ritorno!) 1 pareggio e due sconfitte (rimediate
nelle prime due partite del torneo).
I quarti di finale “regalano” al Romanoro la squadra campione uscente
del torneo 2004, una fra le candidate al successo finale anche quest’anno:
il Serramazzoni. Squadra ostica soprattutto perché annovera tra le sue
file giocatori forti ed esperti, uno su tutti Gianni Scacchetti. Le due squadre
si rivelano, come previsto, molto equilibrate fra loro e dopo i 180 minuti regolamentari
il campo le vede ancora in perfetta parità: infatti il Romanoro si aggiudica
l’andata sul campo amico per 2 a 1 e il Serramazzoni si prende la rivincita
col medesimo risultato nel return match di Serra che però lo vede prevalere
nettamente ai calci di rigore (4 a 1) su un Romanoro che comunque non ha demeritato,
credendo fino all’ultimo nel passaggio del turno. Il torneo verrà
vinto dal fortissimo Montecreto-Acquaria.
Anche quest’anno il Romanoro non riesce ad andare oltre i quarti, ma resta
comunque consapevole del fatto che la strada migliore da seguire resta quella
tracciata nel 2004 cercando di migliorare sempre di più, per puntare
alla vittoria. Cosa che sicuramente proverà a fare nel 2006.